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mercoledì 10 dicembre 2008

********DIZIONARIO IMPORTANTE********
Collagenasi:
Stromelisina:
Interleuchina-1:
Linfociti:
Prostaglandine:
Interleuchina-2:
Citochine:
FR (fattore reumatoide):
Fibrina:
Fibrosi:
Necrosi: è il nome dato alla morte non programmata di cellule e tessuti viventi (contrapposta all'apoptosi, la morte programmata delle cellule). Le possibili cause di necrosi sono molte: ferite, infezioni, tumore, infarto, infiammazione e così via.
Apoptosi: Al contrario della necrosi, che è una forma di morte cellulare risultante da un acuto stress o trauma cellulare, l'apoptosi è portata avanti in modo ordinato e regolato, richiede consumo di energia (ATP) e generalmente porta ad un vantaggio durante il ciclo vitale dell'organismo (è infatti chiamata da alcuni morte altruista o morte pulita), una eccessiva attività apoptotica può causare disordini da perdita di cellule (si vedano ad esempio alcune malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson), mentre una apoptosi carente può implicare una crescita cellulare incontrollata, meccanismo alla base delle neoplasie (tumore).
Artrite reumatoide: è una malattia infiammatoria cronica del tessuto connettivo che causa dolore, gonfiore, aumento della temperatura e degenerazione delle articolazioni. Il tessuto articolare che viene maggiomente colpito da questa affezione è la membrana sinoviale. Le conseguenze più comuni sono le deformità dell'articolazione interessata dalla patologia.
Cervicalgia: dolore al tratto cervicale della colonna accompagnato spesso da rigidità muscolari, limitazione del movimento e da cefalee.
Cervicobrachialgia: dolore cervicale che si irradia all'arto superiore conseguente all'irritazione o compressione di una radice nervosa o di un nervo del plesso brachiale.
Colpo di frusta cervicale: è un trauma collegato all'infortunistica stradale in cui l'evento non abbia provocato lesioni importanti. Il capo ha subito una brusca sollecitazione in estensione seguita da un altrettanto rapido movimento di difesa in flessione. Classico del tamponamento automobilistico. A tale trauma possono essere collegate sitomatologie dolorose in corrispondenza del tratto cervicale della colonna e della parte alta del dorso. questi sintomi possono essere accompagnati da cefalee e vertigini.
Discopatia: si vuole indicare una generica degenerazione del disco intervertebrale. Le strutture che compongono il disco, anello fibroso e nucleo polposo, che hanno il compito di ammortizzare i carichi e le pressioni, degenerano e i tessuti che li compongono perdendo parte delle loro caratteristiche funzionali, compromettendo sensibilmente la loro capacità ammortizzatrice.
Dorsalgia: è un dolore in corrispondenza della zona dorsale della colonna. Alle volte l'algia si può irradiare lungo le arcate costali o in corrispondenza della zona scapolare.
Ernia discale: è una particolare condizione del disco intervertebrale dove le fibre dell'anello fibroso si sono fessurate e la sostanza gelatinosa del nucleo polposo, non più contenuta dalle fibre suddotte, protrude andando a premere sul legamento longitudinale posteriore. (figura 1) Spesso l'ernazione del nucleo può portare alla compressione della radice nervosa. Tale contatto può provocare, a carico della radice nervosa, irritazione e infiammazione oltre che la succitata compressione. I sintomi associati a tale patologia consistono in disturbi di vario genere lungo la radice nervosa interessata dalla irritazione meccanica (sciatalgia , cruralgia, ecc.) ma anche dolori lombari subacuti con rigidità lombare. A seconda della loro localizzazione si riconoscono ernie postero-laterali ed ernie mediane.(figura 2) Le ernie discali si presentano più frequentemente a livello lombare e soprattutto tra i dischi che si trovano tra la 4° e la 5° vertebra lombare e tra la 5° lombare e la 1° sacrale. Con meno frequenza compaiono ad altri livelli del tratto lombare o in corrispondenza del tratto cervicale. Rarissima a livello dorsale.
Lombalgia: è un dolore localizzato nella parte bassa della schiena. È un termine molto generico non collegabile a nessuna causa in particolare e che necessita, ogni qual volta si presenta, una attenta individuazione dei fattori causali prevalenti per poter effettuare una terapia idonea. Può comparire lentamente oppure in modo acuto a seguito di uno sforzo o un movimento anche banale. In quest'ultimo caso viene chiamato anche "colpo della strega".
Lombo-sciatalgia: è un dolore lombare associato ad algia lungo il decorso del nervo sciatico. Il nervo sciatico è un nervo che decorre nella parte posteriore della coscia fino ad arrivare al piede. Spesso si possono associare disturbi sensitivi o perdita di forza muscolare sempre a carico dell'arto inferiore.

""ARTRITE REUMATOIDE""

DEFINIZIONE: Sindrome a decorso cronico, caratterizzata da un'infiammazione non specifica e generalmente simmetrica delle articolazioni periferiche, che può evolvere in una distruzione progressiva delle strutture articolari e periarticolari, con o senza manifestazioni generalizzate.
**LA CAUSA E' SCONOSCIUTA**
Una predisposizione genetica è stata identificata, fattori ambientali possono inoltre giocare un ruolo. Alterazioni immunologiche possono essere innescate da molteplici fattori. Circa l'1% di tutta la popolazione ne è affetto; le donne vengono colpite con rapporto di 2-3:1 rispetto agli uomini. Può esordire a tutte le età, ma la massima incidenza è fra i 25 e i 50 anni.
Nelle articolazioni colpite cronicamente la membrana sinoviale, sottile nei casi normali, sviluppa numerose pieghe villose e si ispessisce per l'ipertrofia e l'iperplasia delle cellule di rivestimento e per la proliferazione dei linfociti e delle plasmacellule.
Le cellule di rivestimento producono una serie di sostanze diverse, tra le quali la collagenasi e la stromelisina che possono contribuire alla distruzione della cartilagine; l'interleuchina-1, che stimola la proliferazione dei linfociti e le prostaglandine. Le cellule infiltranti, disposte inizialmente in sede perivenulare e più tardi a costituire veri e propri follicoli linfatici provvisti di centro germinativo, sintetizzano interleuchina-2, altre citochine, il fattore reumatoide (FR) e altre immunoglobuline.
Sono anche presenti depositi di fibrina, fibrosi e necrosi. La membrana sinoviale iperplastica (panno) può erodere la cartilagine, l'osso subcondrale, la capsula articolare e i legamenti. I leucociti polimorfonucleati (PMN) non sono cospicui nella membrana sinoviale, ma spesso predominano nel liquido sinoviale.
Il nodulo reumatoide, presente in più del 30% dei pazienti, si presenta generalmente a livello sottocutaneo nei punti sottoposti a irritazione cronica (p. es., la superficie estensoria dell'avambraccio).
Sono granulomi non specifici caratterizzati, all'esame anatomopatologico, da una zona necrotica centrale circondata da cellule mononucleate disposte a palizzata, con il loro maggior asse che si irradia dal centro; il tutto è circondato da una zona esterna di linfociti e plasmacellule. Si possono trovare segni di vasculite nella pelle, nei nervi o in numerosi organi viscerali, nei casi gravi di AR, ma questi sono clinicamente significativi soltanto in alcuni casi.
SINTOMI:
L'esordio è abitualmente insidioso, con progressivo coinvolgimento articolare, ma può essere acuto, con simultaneo interessamento flogistico di più articolazioni.
Il segno più indicativo è una particolare dolorabilità di tutte le articolazioni infiammate.
L'ispessimento sinoviale, il segno più specifico, finisce sempre col manifestarsi nella maggior parte delle articolazioni colpite. È tipico il coinvolgimento simmetrico delle piccole articolazioni delle mani (in particolar modo le interfalangee prossimali e le metacarpofalangee), delle articolazioni dei piedi (metatarsofalangee), dei polsi, dei gomiti e delle caviglie, ma le manifestazioni iniziali possono verificarsi a carico di qualsiasi articolazione.
Di solito si riscontra rigidità mattutina, di durata > 30 min o dopo prolungata inattività; possono essere presenti segni di malessere pomeridiano e di affaticamento.
Si possono sviluppare rapidamente alcune deformazioni, in modo particolare contratture in flessione.
È tipica, come esito finale, la deviazione ulnare delle dita con una lussazione mediale dei tendini estensori delle articolazioni metacarpofalangee.
  • La sindrome del tunnel carpale può originarsi da una sinovite del polso.
  • La rottura di cisti poplitee può simulare una trombosi venosa profonda.

I noduli reumatoidi sottocutanei non sono abitualmente una manifestazione precoce.

Altre manifestazioni extrarticolari sono i noduli viscerali, la vasculite che può causare ulcere agli arti inferiori, le mononeuriti multiple, i versamenti pleurici o pericardici, linfoadenopatia, la sindrome di Felty, la sindrome di Sjögren o la episclerite. Può essere presente febbre, ma essa è generalmente modesta, tranne che nella malattia di Still dell'adulto, una poliartrite siero-negativa, molto simile all'AR, ma con importanti caratteristiche sistemiche.

domenica 12 ottobre 2008

EDUCAZIONE POSTURALE

Durante gli esercizi occorre modificare l'atteggiamento degli arti inferiori, è importante imparare a flettere ed estendere gli arti senza coinvolgere il bacino in modo da evitare inutili sollecitazioni sul rachide lombare.

  • In posizione supina con gli arti inferiori rilassati distesi e extraruotati, piegare l'arto dx con il minimo sforzo senza muovere il bacino, lasciando scivolare il tallone e mobilizzando l'anca in rotazione esterna (A-B)


  • Completare il movimento fino ad appoggiare la pianta del piede al pavimento (C)
    Le mani sono appoggiate sul bacino, verificano che gli arti inferiori si muovano senza coinvolgerlo.

È un ottimo esercizio anche per migliorare la scioltezza dell'articolazione coxofemorale.
Per apprendere una buona padronanza della postura del rachide è indispensabile saper controllare il bacino perchè su di esso sono appoggiate le vertebre e dalla sua posizione dipende l'atteggiamento e l'equilibrio di tutto il rachide.

Antero-retroversione del bacino in posizione supina

In posizione supina con gli arti inferiori piegati e leggermente divaricati, provare a muovere il bacino:
movimento di retroversione del bacino che porta le vertebre lombari ad aderire a terra, la normale lordosi lombare si rettifica.
Movimento di antiversione del bacino, le vertebre lombari si sollevano da terra così si forma la lordosi lombare.
Cercare di di eseguire questi movimenti contemporaneamente alla respirazione, in questo modo se ne rafforza l'efficacia, e si lascia che il bacino segua liberamente il movimento del respiro e dell'addome.

  • Quando l'aria entra lasciare che i muscoli addominali si rilassino e che l'addome si gonfi, il bacino viene trascinato in anteroversione e le vertebre lombari si staccano dalla superficie d'appoggio formando la lordosi (A)

  • Quando l'aria esce i muscoli addominali si contraggono e l'addome si retrae, il bacino viene trascinato in retroversione e le vertebre lombari aderiscono alla superficie d'appoggio riducendo la lordosi.(B)

Utile per migliorare la mobilità è ha anche un effetto antalgico, infatti quando si esegue la retroversione si dà sollievo alle faccette articolari, mentre quando si esegue in ateroversione si da sollievo ai dischi intervertebrali.
Il bacino acquista energia e il rachide lombare si muove liberamente.
In situazioni di ansia , il blocco del diaframma e la tensione costante dei muscoli addominali provocano rigidità del bacino e del rachide lombare. All'opposto, il respiro libero trasferisce energia al bacino e permette piena libertà di movimento alle vertebre lombari.

Antero-retroversione bacino in quadrupedia
In quadrupedia con il peso del corpo distribuito sui 4 appoggi eseguire lo stesso movimento di anteroversione e retroversione del bacino sempre guidato dal respiro. (A-B)



Mantenimento lordosi lombare in posizione seduta


In posizione seduta appoggiare le mani sul bacino e provare a ruotare il bacino in avanti e all'indietro. Prendere coscienza di come variano i contatti con il piano del sedile:



  • ruotando il bacino in avanti il peso si sposta sulle tuberosità ischiatiche (ischi) si riforma la la lordosi fisiologica la regione lombare diventa concava(B)

  • se la rotazione in avanti viene forzata la lordosi appare accentuata(A)

  • ruotando il bacino all'indietro il peso si sposta sul coccige, la lordosi si riduce e poi si rettifica e in fine quando si sposta sul coccige si assume un atteggiamento di cifosi, la curva diventa convessa (C)

saper eseguire la rotazione del bacino in avanti ci permette di acquisire la capacità di mantenere le curve fisiologiche, per assumere la posizione corretta è un buon accorgimento forzare la rotazione in avanti del bacino e poi rilasciarla leggermente mantenendo il peso sui dischi, occorre evitare di sedersi sul coccige.


Controllo del bacino in stazione eretta (esercizio del grounding)


Il movimento di antero-retroversione del bacino va eseguito anche in stazione eretta cercando di rafforzare oltre alla capacità di controllo anche l'energia necessaria per vincere la forza di gravità.
La prima cosa da fare è la ricerca di un buon appoggio dei piedi, a tal fine è utile l'esercizio del grounding (sensazione di contatto tra i piedi e il terreno).



  • In stazione eretta con i piedi paralleli e distanti tra loro quanto la larghezza del bacino, piegare leggermente gli arti inferiori spostando il peso in avanti sugli avampiedi senza sollevare i talloni, controllare che i piedi siano puntati in avanti e che le ginocchia siano centrate sui piedi (A)
    Verificare che sia conservata la lordosi lombare, controllare che le spalle siano rilassate in modo da mantenere la giusta cifosi dorsale. Gli arti superiori sono abbandonati lungo il corpo, la testa è sul prolungamento della colonna vertebrale, mento leggermente retratto e lo sguardo orizzontale, lingua e mandibola rilassata.
    Una volta ottenuta una base stabile mantenendo gli arti inferiori leggermente piegati eseguire i movimenti di antero-retroversione del bacino abbinandolo alla respirazione.

  • Quando l'aria entra mentre i muscoli addominali si rilassano e l'addome si gonfia il bacino viene trasportato in avanti anteroversione, si forma la lordosi (B)

  • Quando l'aria esce i muscoli addominali si contraggono e l'addome si retrae, il bacino viene trasportato all'indietro in retroversione si riduce la lordosi (C)
    durante il movimento il peso del corpo deve restare ben appoggiato sugli avampiedi senza sollevare i talloni.

Si possono sperimentare sensazioni di stabilità, sicurezza, prontezza, equilibrio, protezione, mobilità, energia.
Una volta acquisita la base stabile, estendere gli arti inferiori per ricercare la posizione corretta in stazione eretta (D)

giovedì 2 ottobre 2008

**ESERCIZI DI EDUCAZIONE POSTURALE**



Sono fondamentali per prendere coscienza della propria colonna vertebrale, degli eventuali atteggiamneti scorretti, delle zone rigide e dolorose.

PERCEZIONE DELLA LORDOSI LOMBARE

In posizione supina con gli arti inferiori tesi è possibile percepire che, per la presenza della fisioloca lordosi lombare, le vertebre lombari non aderiscono alla superficie di appoggio. L'allineamento delle vertebre lombari è influenzato dall'atteggiamento degli arti inferiori e degli arti superiori.

Influenza arti inferiori

  • Quando sono tesi la tensione dei muscoli ileopsoas trascina il bacino in anteroversione e fa sollevare le vertebre lombari da terra (A) formando la lordosi lombare.

  • Piegando gli arti inferiori i muscoli ileopsoas si rilasciano e le vertebre lombari si appoggiano a terra riducendo la lordosi lombare (B).



Influenza deli arti superiori

  • Elevando gli arti superiori si percepisce che la lordosi lombare si accentua. La lordosi è ancora più evidente in coloro che presentano ipercifosi dorsale, rigidità delle spalle o retrazione dei muscoli pettorali (C).



**L'IMPORTANZA DEL DIAFRAMMA**



EDUCAZIONE RESPIRATORIA


Per rendere più efficaci gli esercizi è fondamentale abbinare correttamente la respirazione. E' importante prendere coscienza della respirazione, controllando la sua frequenza e la sua qualità.


Frequenza respiratoria


In posizione supina, rilassarsi e prendere coscienza del proprio respiro. (frequenza respiratoria a riposo 12-16 respiri al minuto). Per effetto dell'ansia, della tensione eccessiva, di cattive abitudini respiratorie o di una diminuizione delle capacità vitale, la frequenza può essere più elevata.


Diaframma e muscoli addominali (FUNZIONE)


Il diaframma è il muscolo che separa il torace dall'addome, è il principale muscolo inspiratore.

I muscoli addominali (retti dell'addome, obliqui e trasverso) sono quelli principalmente impegnati durante la fase di espirazione.


INSPIRAZIONE


Quando l'aria entra nei polmoni contraendosi il diaframma si abbassa determinando l'aumento del diametro verticale del torace, il tono dei muscoli addominali diminuiscee l'addome si espande.


ESPIRAZIONE


Quando l'aria esce dai polmono, il diaframma si rilascia determinando la riduzione del diametro verticale del torace, i muscoli addominali si contraggono e l'addome si sgonfia.


RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA


Per verificare che il diaframma svolga la sua funzione si controlla se durante l'inspirazione il respiro arriva fino a sollecitare l'addome gonfiandolo leggermente.


A=> *In posizione supina porre una mano sull'addome, l'altre sul torace e portare l'attenzione sui movimenti che avvengono durante il respiro. Controllare se abitualmente quando l'aria entra si gonfia solo il torace, solo l'addome o tutti e due insieme.

*Nella stessa posizione inspirare profondamente e trattenere il respiro (apnea inspiratoria), gonfiare alternativamente l'addome e il torace (mentre l'addome si espande il torace si sgonfia, mentre si gonfia il torace laddome si retrae). Ripetere più volte di seguito poi quando se ne sente il bisogno espirare lentamente. (muscolo responsabile di questo movimento è il diaframma)


B=> * Nella stessa posizione controllare la corretta posizione della lingua (riposo) appoggiata sul palato dietro gli incisivi superiori (come se si dovesse pronunciare una parola con la S), è bene che la lingua quando non è impegnata nelle sue attività, resti in questa posizione appoggiata morbudamente senza tensione.

*La posizione corretta della lingua permette il rilassamento della mandibola e dell'articolazione temporo-mandibolare, consente la respirazione nasale ostacolando quella orale. Stando così rilassati è possibile percepire che il respiro assume un ritmo calmo e regolare e arriva a sollecitare l'addome, si sente quando l'aria entra i muscoli addominali si rilassano permettendo all'addome di espandersi e le mani passivamente si alzano e poi quando l'ari aesce l'addome si sgonfia e le mani si abbassano. In questo modo si percepisce la respirazione diaframmatica (massaggio sugli organi contenuti nella cavità addominale).




domenica 21 settembre 2008

"VALORI PRESSIONE"

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stabilito i seguenti valori per un soggetto adulto di età compresa tra i 20 e i 60 anni:
  • Per rientrare nella norma, la pressione arteriosa deve essere inferiore a 140/90.
  • Valori pressori inferiori a 120/80 sono da considerarsi ottimali, purché la pressione arteriosa massima sia superiore a 100, altrimenti si ha ipotensione.
  • Invece quando la pressione arteriosa è superiore a 139/89 si ha l'ipertensione.
  • L'ipertensione è lieve se la pressione è compresa tra 140-159/90-99, mentre se questa è compresa tra 160-179/100-109 l'ipertensione è moderata. A valori pressori superiori a 180/110 corrisponde un'ipertensione di grado severo.

mercoledì 17 settembre 2008

**LOMBALGIA**

Con il termine algia vertebrale o rachialgia si indica un dolore localizzato alla colonna vertebrale. In base alla sua localizzazione il dolore viene definito:

  • lombalgia: quando interessa la regione lombare


  • cervicalgia: quando è localizzato a livello della regione cervicale


  • dorsalgia: quando colpisce la regione dorsale



Il termine lombalgia indica il sintomo e non la patologia, indica la presenza di un dolore abbinato o meno a una limitazione funzionale a livello della regione cervicale della colonna vertebrale.

Nell'80% dei casi il dolore non è dovuto a cause specifiche (patologie del rachide) ma a cause non specifiche quali posture, movimenti scorretti, stress psicologico, forma fisica scadente, sovrappeso, obesità, abuso di caffeina e nicotina.



""Ginnastica antalgica e rieducativa"" => esercizi utili per automatizare una corretta postura, esercizi per decomprimere i dischi intervertebrali, esercizi di mobilizzazione specifici per il rachide lombare, esercizi d compenso per riequilibrare il rachide lombare quando l'attività sportiva e lavorativa costringe a posizioni e movimenti che alterano la lordosi fisiologica.



RACHIDE E SUE FUNZIONI

Il rachide è formato dalla sovrapposizione delle vertebre che formano una robusta colonna centrale, tra una vertebra e l'altra è interposta una specie di cuscinetto detto disco intervertebrele.

La funzione fondamentale del rachide è quella di sostenere il tronco, il capo e gli arti superiori. (a)

La seconda funzione è quella di proteggere il midollo spinale che passa nel canale vertebrale. (b)



La terza funzione è quella di permettere la mobilità del tronco e della testa.



DISCO INTERVERTEBRALE

Il disco intervertebrale è molto importante nel determinare il dolore, quando esponiamo la nostra colonna a un carico, la pressione sui dischi aumenta e si distribuisce su tutta la loro superficie, grazie al liquido in essi contenuto.

LORDOSI LOMBARE

Vista lateralmente la colonna vertebrale non è dritta, ma presenta delle curve armoniose che le conferiscono maggiore resistenza e la capacità di ammortizzare i numerosi carichi che essa riceve quotidianamente. Esse sono la lordosi lombare, cifosi dorsale e la lordosi cervicale (curve fisiologiche).

Le 5 vertebre lombari formano una curva a concavità posteriore chiamata lordosi, essa è una curva benefica perchè permette alla colonna di ammortizzare i numerosi carichi quotidiani. Infatti quando si ha la giusta lordosi lombare la pressione si distribuisce in modo uniforme su pilastro anteriore (disco e corpo vertebrale) e sul pilastro posteriore (faccette articolari).

In questo modo la colonna è più solida ed è capace di sopportare senza problemi pressioni anche elevate. La posizione in cui la colonna conserva la lordosi vieni definita posizione neutra perchè costituisce la posizione intermedia di equilibrio tra la flessione e l'estensione. Il nucleo polposo non viene spinto nè posteriormente (flessione) nè anteriormente (estensione).

ALTERAZIONI DELLA LORDOSI LOMBARE

Posture e movimento in flessione

Quando la colonna lombare si flette, perde la fisiologica lordosi, o addirittura assume un atteggiamento di cifosi. Si ha così una cattiva distribuzione della pressione, aumenta sul pilastro anteriore, sul corpo vertebrale e sui dischi intervertebrali. Lo spazio tra i corpi si riduce anteriormente e aumenta posteriormente e il nucleo polposo viene spinto all'indietro mettendo in tensione le fibre posteriori dell'anello fibroso.

In questa posizione il rachide lombare è più instabile, meno resistente meno capace di sopportare pressioni. Le posizioni di flessione (lavarci, vestirci, chi fa sport) vengono definiti scorretti perchè viene alterata la fisiologica lordosi essa si rettifica o peggio si inverte in atteggiamento di cifosi lombare.

Quando le posture scorrette sono mantenute per brevi periodi non provocano danni ne lombalgia, se invece sono mantenute per tempi prolungati possono scatenare un dolore alla schiena: un messaggio intelligente di allarme della colonna che evidenzia il suo disagio in questa postura di alterato equilibrio. Essa, avendo accumulato una tensione statica esprime il bisogno di cambiare posizione per riequilibrarsi.

La lombalgia di origine posturale è localizzata esclisivamente a livello della regione lombare, il soggetto che ne soffre non presenta alcuna alterazione nè deformità a livello del rachide, pertanto non è necessario che frequenti una palestra di ginnastica correttiva ma è sufficiente che prenda coscienza delle poture scorrette e impari a usare correttamente la colonna nelle posizioni e nei movimenti quotidiani.

Protusione ed ernia dei dischi intervertebrali lombari

Nel soggetto sano, finchè il disco intervertebrale è intatto, il nucleo discale, dopo essersi spostato all'indietro nel movimento di flessione, si riposiziona in avanti nel movimento di raddrizzamento del tronco. Ma quando le fibre dell'anello fibroso sono degenerate , le continue e brusche sollecitazioni che spingono indietro il nucleo discale possono impedire il suo riposizionamento in avanti, determinando uno spostamento persistente che può essere solo una sporgenza (protusione) o una vera e propria estrusione (ernia).

Meccanismo di produzione dell'ernia discale in 3 tempi:

  1. il soggetto si curva in avanti per raggiungere il peso, il nucleo del disco viene spinto all'indietro.


  2. nel momento in cui si afferra il peso e si trasmette la pressione sul disco in modo asimmetrico, alla posizione dannosa e al peso dell'oggetto si aggiunge la contrazione dei muscoli spinali, l'impegno muscolare è così intenso da provocare una pressione più elevata del peso sollevato (10kg => pressione sui dischi 340 kg).

  3. nel momento in cui il tronco si raddrizza la pressione, elevata e mal distribuita determina la protusione o l'ernia del disco (sporgenza del materiale discale al di là del margine periferico del disco, delimitato dai margini dei corpi vertebrali contigui).
Protusione discale: indica la sporgenza, la prominenza del materiale discale che resta contenuto da un anello fibroso intatto.



Ernia: quando il nucleo polposo del disco non è più contenuto nell'anello fibroso ma ne fuoriesce.

L'ernia una volta oltrepassati i limiti dell'anello fibroso, può essere contenuta dal legamento longitudinale posteriore in questo caso si parla di ernia contenuta. Se invece l'ernia è più invasiva e oltrepassa anche il legamento longitudinale posteriore (espulsione translegamentosa) e può perdere qualsiasi contatto con il disco originario (frammento discale sequestrato). In altri casi l'ernia dopo aver raggiunto il legamento longitudinale posteriore, può scivolare sia verso l'alto sia verso il basso (ernia migrante sottolegamentosa).



In presenza di protusione discale o di ernia contenuta il materiale discale si limita a raggiungere il legamento longitudinale posteriore, e la messa in tensione delle fibre nervose di questo legamento determina un dolore lombare( lombalgia centrale).

Se invece l'ernia è più invasiva comprime un nervo rachideo e diventa causa di algia radicolare, cioè il dolore raggiunge l'arto inferiore irradiato dal nervo compresso (lombosciatalgia).

La protusione o l'ernia discale si verificano più frequentemente a livello degli ultimi dischi lombari, quelli situati alla 4-5 vertebra lombare e il sacro. L'ultimo disco è soggetto a maggiore usura sia perchè sopporta il peso di tutta la parte superiore del corpo sia perchè si trova a livello della cerniera lombosacrale, dove la parte mibile della colonna si unisce a quella rigida (osso sacro) in questo caso la lesione discale può provocare un alombosciatalgia.



Aumantando l'entità dell'ernia il dolore raggiunge anche la regione posteriore della coscia e il polpaccio, quando l'erniazione è più grave il dolore raggiunge anche il piede. La presenza dell'ernia discale può provocare non solo lombalgia ma anche segni di compressione della radice nervosa, cioè alterazioni dei riflessi, della forza, della sensibilità a livello dell'arto inferiore, nella'area corrispondente all'emergenza dl nervo irritato.

Quando l'ernia si verifica a livello del 3° discolombare tra la 3° e la 4° vertebra si ha una lombocruralgia cioè il dolore si irradia sulla regione anteriore della coscia.



E' segno di miglioramento il fatto che il dolore percepito lateralmente (fianco sx o sin) o distalmente dal centro della colonna (sull'arto inf) si sposti in una posizione più centrale o comunque più vicina alla colonna. Questo criterioè utile perchè ci permette non solo di classificare la sindrome del paziente, ma anche di formulare un idoneo programma rieducativo e poi di verificare la sua efficacia o la necessità di apportare variazioni:

  • il dolore si sposta verso il centro, verso la regione lombosacrale, esprime un miglioramento, è segno che il diso sta riducendo il suo effetto compressivo sulle strutture nervose.


  • il dolore si sposta verso la periferia, in direzione del piede, è segno di un peggioramneto, di un aumento della lesione discale.

La mancanza della lordosi lombare è una condizione che rende il rachide lombare più delicato, instabile, meno resistente meno capace di sopportare le pressioni quotidiane, è fondamentale:

  • evitare le posture e i movimenti ch che costringono il rachide lombare in flessione.


  • eseguire con dolcezza e gradualità gli esercizi utili a mobilizzare il rachide lombare in estensione per ripristinare la funzionalità.

(spondilolisi=> frattura dell'istimo vertebrale) mov.estensione

(anterolistesi=> consguente scivolamento in avanti di una vertebra su quella sottostante) mov. estensione

Quando la lombalgia insorge in conseguenza di posture e movimenti che accentuano la lordosi normalmente è utile eseguire gli esercizi di mobilizzazione e di rilassamento del rachide lombare in flessione.